Acidi in gravidanza: sintomi, cause e rimedi

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L’espressione acidi in gravidanza viene di solito impiegata per definire l’eccessiva acidità gastrica, tipica di questo periodo. Si tratta di una condizione che scatena sintomi quali bruciore di stomaco, difficoltà digestive e reflusso gastroesofageo.

Le cause che concorrono a stimolare la secrezione degli acidi gastrici in gravidanza sono di tipo ormonale, nel primo trimestre, e legate alle dimensioni dell’utero, nell’ultimo trimestre.

La modifica dello schema alimentare e l’adozione di alcune abitudini nel corso della gravidanza possono rappresentare rimedi per l’eccessiva produzione di acidi. Nei casi in cui siano indicati, possono essere assunti farmaci, dietro consiglio del farmacista o prescrizione medica.

Un’altra accezione nella quale può essere usata l’espressione acidi in gravidanza fa riferimento alla colestasi gravidica, un disturbo del fegato che può presentarsi nelle fasi finali della gestazione. Si tratta di un evento raro ma che può essere molto rischioso per il bambino.

Sintomi degli acidi in gravidanza

I sintomi dell’eccessiva secrezione di acidi gastrici in gravidanza sono rappresentati da:

I sintomi legati a valori alti degli acidi biliari in gravidanza si riducono, per la mamma, al prurito. L’ittero è raramente presente.

Le conseguenze possono, al contrario, essere molto serie per il bambino.

Cause degli acidi in gravidanza

La gravidanza è una condizione fisiologica che può essere causa di un aumento della secrezione di acidi e di reflusso gastroesofageo.

Le due fasi critiche per i disturbi gastrici in gravidanza sono prevalentemente il primo e il terzo trimestre.

Nei primi tre mesi i sintomi sono legati allo specifico equilibrio ormonale che si stabilisce. La produzione di progesterone rallenta la digestione e lo svuotamento dello stomaco, favorendo il ristagno degli acidi al suo interno.

Il progesterone, inoltre, determina il rilassamento della valvola che separa lo stomaco dall’esofago e che, in condizioni normali, impedisce al suo contenuto di risalire. Queste condizioni rendono più probabile il reflusso gastroesofageo.

Negli ultimi tre mesi il peso e le dimensioni del bambino tendono a comprimere lo stomaco e a determinare la risalita degli acidi nell’esofago.

Le cause più frequenti dell’innalzamento dei valori degli acidi biliari in gravidanza sono i calcoli nella cistifellea, che impediscono il normale metabolismo di queste sostanze. Gli ormoni prodotti durante l’attesa favoriscono l’insorgenza della colestasi gravidica nelle donne predisposte.

Quando il valore di acidi biliari circolanti espresso in μmol/L supera le soglie di guardia è bene chiedere un consulto medico.

Rimedi per gli acidi in gravidanza

Per ridurre l’eccessiva secrezione di acidi in gravidanza può essere sufficiente ricorrere a rimedi comportamentali. In casi particolari, sarà il medico a prescrivere i farmaci opportuni.

Gli interventi sull’alimentazione portano sempre buoni risultati. Gli esperti raccomandano, a questo proposito, di:

  • Aumentare il numero dei pasti e renderli più leggeri
  • Scegliere metodi di cottura compatibili con la realizzazione di pietanze più digeribili, come quella a vapore
  • Eliminare frutta e verdura che stimola la secrezione di succhi gastrici, come gli agrumi, i kiwi, i peperoni e i pomodori
  • Ridurre il consumo di carne e latticini
  • Diminuire l’uso di condimenti, soprattutto se di origine animale e scegliere, in alternativa, olio d’oliva e olio di semi
  • Ridurre il consumo di caffè e tè
  • Eliminare l’alcol, per molte ragioni dannoso per il feto.

Dormire con la testa sollevata da due cuscini e preferibilmente sul fianco sinistro contribuisce a ridurre il reflusso gastroesofageo notturno e, quindi, a riposare meglio.

L’assunzione di sostanze quali i citrati e carbonati può avere un ruolo nei confronti dell’acidità. La vitamina B₆ ha un’azione sul metabolismo energetico e contribuisce alla riduzione della stanchezza e dell’affaticamento.